Valkyr, 17 anni, è una perfetta recluta di Gaea, l’ultimo avamposto dei figli della Terra. Il pianeta natale è stato distrutto dai Majo molti anni fa, mettendo fine alla guerra. Ma per la gente di Gaea la guerra non è finita, perché vogliono vendetta.
La vita di Valkyr è pianificata al minuto nella base di Gaea. Sirene annunciano il cambio dei turni: combattimenti nei simulatori immersivi chiamati agoge; lavori di routine nei vari settori per tenere in servizio la base; riposo in camerata. Luci artificiali scandiscono il ciclo giorno/notte. Il tutto è sorvegliato dallo sguardo severo di Aulus Jole, il comandante, e dei suoi sergenti. Il cibo è pappetta, l’acqua razionata, le divise vengono rattoppate perché non ce n’è di nuove e si dorme stretti stretti insieme ai propri coscritti, divisi per età e sesso. Nulla viene sprecato su questo planetoide, reso abitabile solamente grazie ai pezzi cannibalizzati da quattro navi da combattimento e tanta tigna.
Valkyr è la migliore della sua camerata, gli sparvieri. La migliore nel combattimento, la migliore nella disciplina, la più veloce, la più forte. L’unico della sua età che le può far mangiare la polvere è Magnus, suo fratello. Entrambi sono stati attentamente selezionati dal patrimonio genetico disponibile nella base, per creare il meglio del meglio dell’umanità. Warbreed li chiamano.
Ma quando finalmente cominciano ad arrivare le assegnazioni alle varie squadre di combattimento, Valkyr resta scioccata. È infatti stata assegnata al reparto neonatale. Diventerà una riproduttrice. E quando scopre che suo fratello ha disertato, il suo mondo si capovolge del tutto.
Siamo a maggio e ho già letto il miglior libro di questo 2024? Può essere.
Non è mia abitudine parlare di libri inediti in italiano, ma per questo devo fare un’eccezione. Uscito nel 2023 per Tordotcom, è il primo romanzo di Emily Tesh ed è già nella rosa dei finalisti degli Hugo Award 2024.
È stato un viaggio pazzesco, questo romanzo. Valkyr da perfetta marionetta di un sistema fascista si trasforma lentamente, shock dopo shock, colpo dopo colpo. È una protagonista che l’autrice ti fa stare sul cazzo magistralmente ma che piano piano, capitolo dopo capitolo, ti rende più vera del vero e ti ritrovi a fare il tifo per lei. Il lavoro di decostruzione, di deradicalizzazione, viene tratteggiato in maniera lenta ma inesorabile e ogni volta tu, lettore, pensi che finalmente ci siamo, finalmente Valkyr aprirà gli occhi. E invece no, perché c’è in ballo molto di più che non l’arco di trasformazione della protagonista.
È un romanzo che tratta tantissimi temi senza mai essere retorico, senza troppi spiegoni.
C’è tanta queerness, ma mai fine a sé stessa, mai tokenismo. È stato etichettato come “A queer space opera” ma è tanto più di questo. Prima di tutto i personaggi queer (sì, plurale) non vengono definiti esclusivamente da questa caratteristica, ma hanno tutto un loro background, dei loro scopi che influenzano ogni loro azione. Ci sono meschinità, ci sono paura e incapacità di accettare la propria identità.
Ma oltre a questo ci sono una marea di altri temi. C’è la presa di coscienza di cosa fa alle persone un lavaggio del cervello come quello che viene fatto su Gaea. C’è la realizzazione che l’altro, raccontato sempre come nemico senza volto, è anch’esso un essere senziente, vivo e con desideri e speranze. C’è la scoperta dell’amore, c’è la rabbia cieca di chi all’improvviso scopre che è stato ingannato. Ma c’è anche la speranza di poter vivere (e far vivere) alle persone a cui tieni una vita migliore.
Spero tanto che questo romanzo venga portato presto in Italia, perché è uno dei romanzi di fantascienza più appassionanti che ho letto negli ultimi mesi.
Titolo: Some desperate glory
Autrice: Emily Tesh
Editore: Tordotcom
Lingua: inglese
adesso lo voglio SUBITO!
Ti ho mandato un mex 😉