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Intervista a Bonny Zed

da | Set 29, 2024 | Blog, Intervista | 0 commenti

In settembre ho voluto fare la mia prima intervista e ho scelto una persona che non gravita (quasi) la nostra amata bolla. Bonny Zed è un fumettista indipendente, che oltre ad avere un Patreon, ha una ‘zine autoprodotta che è un gioiellino.

Ciao Zed, grazie per aver acconsentito a questa intervista. Abbiamo chiacchierato più volte sul tema del coniugare vita lavorativa e vita creativa e ho subito pensato a te quando ho deciso di dedicare il mese di settembre al tema del lavoro. Prima di tutto, presentati per chi non ti conoscesse:

Ciao, mi chiamo Zed e sono un creativo che, sì, da qualche anno è tornato a produrre le proprie cose in maniera totalmente indipendente. Mi piace autoprodurmi. Specie ora che ci sono piattaforme come Patreon che permettono alle persone di aiutare gli artisti finanziandoli e ricevendo qualcosa in cambio. È quello che faccio io da ottobre 2023.

Ho in realtà due lavori. Uno che mi dà da “mangiare” e uno che mi dà da “vivere”. Scrivere e disegnare fumetti è appunto ciò che mi fa vivere. Vivere felice intendo. Non si guadagna molto, ma ci si diverte e si rimane sani di mente. Che forse è la cosa più importante oggigiorno.

I miei abbonati su Patreon a seconda di quanto hanno deciso di donare possono leggere quasi ogni giorno dei contenuti che spaziano dai miei fumetti (principalmente strip umoristiche) a racconti horror o umoristici, strampalati oroscopi a tema horror, curiosità creepy, articoli, giochi enigmistici e via dicendo. Ogni due mesi, dopo aver raccolto tutto il materiale pubblicato, lo stampo in una rivista cartacea che spedisco agli abbonati, insieme ad alcuni gadget e regalini vari, all’interno di quella che all’nterno della nostra community è nota col nome di CreepyBusta. È comunque possibile avere accesso ad alcuni contenuti liberi sul mio Patreon anche gratuitamente, basta seguire la pagina come si fa ad esempio su Instagram.

I tuoi fumetti sono una bomba. Io ricordo i tempi d’oro quando emersero alcuni dei primi webcomic italiani, penso ad Eriadan e Albo. Ma di fumetti raramente si campa in Italia. Infatti mi avevi accennato che a un certo punto hai preso una decisione piuttosto drastica. Hai cambiato lavoro per poterti dedicare maggiormente al tuo progetto creativo. Vuoi raccontarci com’è andata?

Bei tempi quelli di Eriadan e Albo! Eriadan ha dato tanto ed era creativamente molto avanti. Albo, già molto bravo allora, si è evoluto ulteriormente ed ora – curioso che citi proprio lui – è un altro autore che vive di Patreon con ottimi risultati. 

All’epoca, seppur da indipendente solitario, ero parte di quel gruppo dei primi webcomic italiani. Ovviamente nessuno di noi campava di fumetto. Io ero ancora graphic designer in una grande agenzia pubblicitaria e da lì a poco avrei abbandonato il fumetto per 13 anni, perché il capitalismo aveva avuto la meglio. Mi feci masticare e inghiottire da un lavoro che negli anni avrei scoperto essere meno creativo di quel che si pensa. Però mi permise di fare una cosa che da fumettista è pressoché impossibile: comprare casa. E poi arrivò il Covid a darmi uno scossone e permettermi di cambiare lavoro per sempre. Oggi sono uno statale, ho un lavoro stabile, sereno, privo degli stress che si hanno da dipendente nel privato e che considero orgogliosamente “socialista”. Guadagno parecchio di meno, ma mi sono ripreso indietro almeno cinque ore di tempo libero in più al giorno che posso tornare a dedicare al fumetto e alla salute mentale. Cinque ore sono tante! E poi, lavorare per “la comunità”, per lo Stato, e non più per qualche grasso imprenditore che ti sfrutta e ti schiaccia, è impagabile.

Ho sempre apprezzato la tua grande onestà nella comunicazione e nella promozione del tuo lavoro. So anche che hai litigato con IG da un po’ e che ultimamente lo usi solo per promuovere il tuo Patreon.  Uno strumento che sempre più creativi utilizzano. Tu come sei arrivato a scegliere questo sistema? E prima, come ti muovevi?

Con Instagram non posso dire di averci veramente litigato. La nostra è più una di quelle relazioni tossiche. Il mio bisogno di mettermi in mostra e di cercare approvazione mi spinge periodicamente a trovare una scusa per postare qualcosa anche se ormai tutta la mia produzione si è spostata su Patreon. Ma, sì, per lo più ormai posto materiale promozionale per spingere le persone a spostarsi su Patreon e seguirmi lì gratuitamente (quindi con un accesso molto limitato ai contenuti) o economicamente (con un accesso più o meno importante ai vari contenuti). Instagram però mi tiene in pugno. Mi illude di poter comunicare con le persone che teoricamente mi seguono, ma in realtà poi mi tiene chiuso in casa e mi nega agli occhi di tutti. Siamo tutti dei drogati che credono alle promesse di un pusher che ci sfrutta.

Sono arrivato a Patreon dopo aver passato circa 4 mesi a valutare tutte le piattaforme simili per poterle confrontare. Poi ho iniziato a seguire alcuni artisti finanziandoli per studiare il sistema dall’interno, imparare e capire come potevo differenziarmi da tutti e creare qualcosa di nuovo. Poi ho studiato un piano editoriale e un programma che mi permettesse di creare contenuti con una certa regolarità e senza il rischio di abbandonare la piattaforma dopo i primissimi mesi come purtroppo fanno molti autori. E nell’ottobre 2022 ho aperto la pagina. Da allora non mi sono più fermato nonostante all’inizio le spese fossero più alte dei guadagni.

Grazie mille, Zed. Come ultima domanda: come possiamo fare per sostenere maggiormente gli artisti indipendenti come te, oltre ad abbonarci al loro Patreon? Inoltre, ci sono colleghi che consigli?

Un modo può essere quello di cercarli alle fiere e i festival del fumetto per andare a conoscerli di persona e toccare con mano il loro materiale; oppure usare i social per condividere il loro materiale e alimentare il passaparola che oggi non va più tanto di moda se non c’è un tornaconto personale in termini di like ed engagement; ma soprattutto essere curiosi e provare a leggere con spirito critico cose nuove senza limitarsi al mainstream, fidandosi del proprio istinto e di ciò che piace a se stessi e non alla massa.

Se dovessi consigliare dei colleghi “indipendenti” (mi limiterò agli italiani) ti direi Mirko “Wallo” Martorello per quanto riguarda Patreon, perché è un onesto amante delle strip umoristiche. MarshMario su instagram perché ha sfruttato i video trash italiani per creare qualcosa di originale e divertente. Jacopo Moruzzi (anche se immagino sarà indipendente ancora per poco) perché al momento per me è uno dei più grandi talenti italiani nel disegno umoristico e non solo. Claudia Petrazzi per il suo modo di trattare l’horror in maniera così simpatica e ironica. Mattia “Drugo” Secci perché è edgy e fa fumetto puro al 100%. E soprattutto Duffy Crack perché è un fottuto genio in grado di creare video e brani hip hop da paura, strip dissacranti e corti animati esilaranti.

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