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Erich Von Däniken e gli Antichi Astronauti

da | Ott 26, 2024 | Articoli, Blog | 0 commenti

È un momento speciale per me: la serendipità vuole che io torni a dedicarmi al complottismo. No, perché leggendo Nero di Giommoni incappo di Zecharia Sitchin e rileggendo The weird and the eerie di Fisher torna anche il caro vecchio Erich Von Däniken.

Se questi nomi non vi dicono niente avete avuto una vita noiosa, fatevelo dire.

In adolescenza, con la mia prima connessione internet, sono caduta nel buco nero delle teorie del complotto. Erano i primi anni duemila ed ero una bimba di X-Files e Dylan Dog. È stato naturale per me immergermi in quella bellissima melma che erano i siti complottari del web 1.0. Avevano tutto: il progetto Blue Book, la Thule Society, i complotti del Vaticano, gli UFO nazisti, l’area 51, la Terra piatta, le scie chimiche, il falso allunaggio, l’MKUltra.

Ma a me interessavano gli alieni. Ero drogata: mi ero fatta una cartina con gli spillini piazzati nei principali luoghi di avvistamento e consumavo qualsiasi cosa potesse confermarmi che gli alieni erano tra noi. E uno dei nomi che spuntavano in continuazione era Erich Von Däniken.

Von Däniken è uno di quei personaggi che in inglese vengono definiti “larger as life”. Era un personaggio folkloristico tipicamente svizzero. Sempre vestito con giacca variopinta e camicia sbottonata sul collo, presentava una sicumera che nulla era in grado di scalfire.

Diventato famoso nel 1968 con la pubblicazione del libro “Erinnerungen an die Zukunft”, tradotto in italiano con “Gli extraterrestri torneranno” (lo so, lo so), si affermò come uno dei più grandi promulgatori della teoria degli “Antichi Astronauti”.

La teoria degli “Antichi Astronauti” sostiene che l’umanità sia stata visitata da una cultura extraterrestre altamente sviluppata proprio nel periodo delle prime grandi civiltà. Mischiando esoterismo, archeologia un tanto al chilo e una manciata di bias cognitivi questa teoria afferma che sono stati loro – gli alieni – ad aiutare quegli stupidini degli antichi a erigere i grandiosi monumenti che possiamo ammirare ancora oggi. Stiamo parlando delle piramidi egizie, delle linee di Nazca, dei Moai di Rapa Nui, del tempio di Palenque, di Stonehenge.

L’autore è convinto che senza la tecnologia avanzatissima di questi visitatori spaziali il genere umano non sarebbe mai stato in grado di progettare e costruire artefatti così complessi e resistenti nel tempo. Afferma anche che questi visitatori dallo spazio hanno portato alla nascita di numerosi culti religiosi, portando come esempio simboli e iscrizioni delle civiltà precolombiane che sembrano rappresentare alieni e veicoli spaziali.

Von Däniken nasce nel 1935 in Canton Argovia. Già in giovane età si interessa di filosofia e archeologia. Di formazione cuoco, intraprende una carriera nell’hotellerie. Nel 1954 fa il suo primo viaggio in Egitto e comincia a interessarsi alle scritture cuneiformi. Ma la passione verso l’archeologia non paga le bollette e dopo lungo peregrinare per ristoranti e alberghi, nel 1964 assume la gestione di un hotel a Davos. Nel 1968 verrà arrestato per truffa e falso in documenti per il mancato versamento di ottomila franchi in tasse di soggiorno. Condannato a tre anni e mezzo di carcere, sconta diciotto mesi durante i quali scrive il suo secondo libro «Zurück zu den Sternen: Argumente für das Unmögliche» che io tradurrei all’incirca come “Ritorno alle stelle: argomentazioni per l’impossibile” ma che in Italia è uscito come “Noi extraterrestri”.  

Questi primi libri hanno avuto un successo strepitoso. Pur essendo stati bollati fin da subito come scemenze dalla comunità scientifica, hanno affascinato un gran numero di persone. Ad oggi, anno domini 2024, Von Daniken ha scritto più di venti libri, tradotti in tutto il mondo.

Dagli anni ’70 Von Däniken si occupa a tempo pieno alla sua carriera editoriale. Fonda nel 1973 la Ancient Astronaut Society (AAS) e nel 1990 produce una serie tv di 25 puntate per Sat 1. Attualmente conta 149’000 iscritti al suo canale Youtube.

Nel 2003 inaugura il suo progetto più grande: il Mystery Park di Interlaken, in Svizzera.

Si tratta di un parco a tema che all’origine era composto da sette padiglioni in cui, tramite installazioni multimediali, venivano presentate le principali teorie di Von Däniken: uno era interamente dedicato a Nazca; uno ai Vimana descritti dalla religione induista; uno alle Piramidi; uno ai Maya e al loro famoso calendario; uno ai megaliti nel mondo; e uno sulle religioni nate dall’arrivo di questi visitatori extraterrestri.

Il parco, costato uno sproposito, chiude pochi anni dopo per difficoltà finanziarie (che sorpresa). Oggi è stato comprato da una nuova società, si può ancora visitare e contiene ancora buona parte delle installazioni originali. E potete portarci anche i bambini.

Pur essendo stata a suo tempo profondamente affascinata oggi devo dire che queste teorie, oltre a essere inconsistenti, sono profondamente razziste. L’intero concetto è offensivo nei confronti delle antiche popolazioni indigene, credute incapaci di progettare e costruire monumenti splendidi che hanno superato la prova del tempo. Non solo: Von Däniken è da sempre immischiato con l’estrema destra esoterica. Il suo primo libro, prima di essere accettato da un editore, è stato quasi interamente riscritto da un ex-giornalista nazista, Utz Utermann. Ancora oggi il suo editore in lingua tedesca è la Kopp Verlag, associato all’estrema destra, ai movimenti survivalisti e in generale alla bolla complottista.

Per inciso: il mio peregrinare per teorie del complotto mi ha reso oggi quasi paranoica sulle infiltrazioni dell’estrema destra in questi ambienti. E la storia mi ha dato ragione, vedendo come si sono sviluppate certe dinamiche come QAnon. Pensateci, quando accendete su History Channel e capitate su Enigmi alieni.

Tutto questo non toglie che ancora oggi credo negli alieni. Statisticamente è altamente improbabile che siamo soli nell’universo, però permettetemi di citare Bouquet of Madness: I want to believe, ma non sono pirla.

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