Cimitero Monumentale, Giubiano (Varese)

Questa è l’ultima puntata del mio peregrinare per cimiteri. Era in programma anche una visita al Monumentale di Milano, ma causa maltempo (e raffreddore) è saltata. Me la riservo per il futuro.

In questo articolo vi parlo della mia visita al Cimitero Monumentale di Giubiano, il cimitero storico di Varese.

La cremazione è un tema che mi ha sempre affascinato. Non essendo io credente, come non lo erano i miei genitori, è forse la pratica funeraria che ho sempre visto come più affine al mio spirito.

Ed è proprio facendo ricerca su questo tema che ho scoperto che quello presente al cimitero di Giubiano è uno dei primi forni entrati in servizio in Italia.
Il primo in assoluto, quello di Milano, è stato fortemente voluto da Alberto Keller, industriale e grande sostenitore della pratica della cremazione, ed è entrato in servizio nel 1876. Ma, come succede quando si introduce una novità, si trattava di un impianto poco efficiente. Un amico di Keller, Paolo Gorini (personaggio affascinante) si impegnò allora per sviluppare un sistema più efficace e meno dispendioso per ridurre in cenere le mortali spoglie.

Il cimitero di Giubiano è stato progettato dallo stesso architetto che ha progettato il Monumentale di Milano, Carlo Maciachini, e un po’ si vede. È in attività dal 1880 e contiene alcuni dei monumenti funebri più incantevoli che ho mai visto.

In particolare l’edicola Jemoli, con la statua che rappresenta la Desolazione, è una vecchia amica che vengo a visitare ogni volta che vengo qui. I dettagli di vetro rosso, il cagnetto di bronzo e la Signora Desolazione (di una fattura incredibile) lo rendono a mio modestissimo parere uno dei monumenti funebri più interessanti che ho mai visto.

Qui è sepolto anche Angelo Poretti, pioniere varesino della birra di tipo Pils. Dopo i suoi viaggi in Austria, Boemia e Baviera, torna a casa e nel 877 compra (!) la “Fontana degli Ammalati”, una fonte d’acqua purissima, e una vecchia fabbrica di amido in disuso, fondando il Birrificio Poretti (oggi marchio Carlsberg).
Come sempre, i cimiteri sono per me una fonte incredibile di curiosità. Non sapevo per esempio che Poretti fosse sposato con una donna boema, Franziska Peterzilka, sepolta insieme a lui.

Ho apprezzato molto le tavole informative disseminate per il camposanto, che spiegavano la storia e davano qualche accenno riguardo ai punti d’interesse, sia che si tratti di monumenti particolarmente pregevoli oppure di personaggi importanti.

Ma ho scoperto, con dispiacere, che le donne ritenute importanti da queste tavole sono solo due: Felicita Morandi, scrittrice, educatrice e benefattrice; e Nuccia Casula, staffetta partigiana.

Sono molto soddisfatta del percorso che ho fatto in queste settimane. Ogni visita mi ha costretto a rallentare, a osservare con attenzione quello che mi circonda, a farmi avvolgere dall’atmosfera tranquilla e piena di significato di luoghi dedicati alla memoria di chi non c’é più.

Quante storie possono raccontare un nome e una data?
Sono rimasta affascinata dai cognomi altisonanti che ho incontrato, dagli stili e dalle dimensioni delle cappelle, alcune delle quali sono piccole chiese devote ai defunti. Ho scoperto la differenza tra cappella ed edicola (la prima ha un altare, la seconda no) e in generale mi sono ritagliata del tempo per conoscere aspetti nuovi del territorio che abito.

Fatemi sapere nei commenti se questa serie vi è piaciuta e se anche voi siete frequentatori di camposanti.

Per approfondire l’affascinante storia dell’introduzione della cremazione in Italia
https://www.cremazione.it/storia-della-cremazione-in-italia/

Commenti

2 risposte a “Cimitero Monumentale, Giubiano (Varese)”

  1. Avatar Michele
    Michele

    Grazie a te ho imparato un sacco di cose! A buon rendere, se e quando ne avrò l’occasione non mi tirerò indietro

    1. Avatar Stella

      Ma grazie! Sono contenta che ti siano piaciuti questi articoli.

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