Cimitero Monumentale di Morcote

Un’esplorazione

26 settembre 2025 – Non mi sembra quasi vero di avere un’intera mattinata per conto mio. La giornata è uggiosa e una nuvolaglia grigia minaccia pioggia a breve. Eppure mi metto alla guida e parto in direzione Morcote.

Questa è la prima tappa di un mio esperimento di esplorazione di cimiteri vicini e lontani – famosi e sconosciuti – che non terminerà con il giorno dei morti ma proseguirà (probabilmente) fino alla fine di novembre.

Morcote è una località lacustre sul Lago Ceresio, con una splendida Chiesa posta in alto, sopra l’abitato, in precario equilibrio sul fianco del monte.

Conosco la zona, quindi per arrivare a destinazione evito come la peste le strade a scorrimento rapido, sicuramente intasate di pendolari che stanno andando a lavorare a Lugano. Costeggio quindi il lago sulla strada normale, attraversando borghetti che una volta erano famosi per la pesca mentre ora sono luogo di villeggiatura per ricconi.

Morcote non fa eccezione. Parcheggio nell’autosilo di ultimissima costruzione, scavato con prepotenza nel fianco della montagna. È tutto così nuovo e brilluccicoso, ogni parcheggio ha la sua lucina: rossa se è occupato, verde se è libero.

Il paese è vuoto. Siamo alla fine di settembre, giorno infrasettimanale, i tedeschi sono tornati a casa e la minaccia di pioggia incipiente scoraggia anche gli ultimi giapponesi. È talmente presto che i bar e i negozi sono ancora chiusi. Sul lago un corvo dà la caccia a un gabbiano.

Cerco la scalinata per arrivare al Cimitero Monumentale. So che il camposanto si trova vicino alla Chiesa di Santa Maria del Sasso, quella lì arroccata sulla montagna. È una sfacchinata, ma vengo premiata dal panorama che mi accoglie a ogni tornante di quella eterna scalinata. Arrivare alla Chiesa è un primo traguardo, giusto in tempo prima che una pioggerella portata dal vento cominci a bagnare l’acciottolato.

Il cimitero si raggiunge attraversando la Chiesa.
È un camposanto assurdo, in verticale, tutto a gradoni che si inerpicano ancora più in alto di quanto arrivi il già altissimo campanile. Caotico e confuso, ospita ricchissime tombe di ricchissime famiglie ma anche lapidi dilapidate; statue storiche di fattura splendida e moderni monumenti in vetro temperato.

Le cappelle funebri più importanti purtroppo sono incartate in ponteggi e teli, ma questo non toglie la magia di trovarsi in un luogo di pace assoluta.

Gli unici rumori che sento sono quello del traffico sull’altra sponda di questo ramo del lago, che arriva tenue ma regolare. Poi ci sono gli ultimi volatili che non sono migrati e i lontani chiurli di una scuola dell’infanzia che si sta godendo l’intervallo nel giardino sottostante.

Continuo l’esplorazione: il cimitero si dipana in verticale con scalinate scivolose, rampe e milleseicentrotrenta deviazioni. Ho la netta impressione che i luoghi di sepoltura siano stati scelti casualmente, dove il terreno lo permette, dove è possibile far arrivare ancora un sentiero, un corrimano, una scaletta. Ci sono diversi cenotafi di gente danarosa che ha deciso di avere un posticino panoramico anche qui, pur riposando le proprie ossa altrove.

Ho scoperto alcune opere di quello che viene considerato uno degli scultori più famosi del Cantone: Apollonio “Paul” Pessina (suoi sono i primi due monumenti qui sopra).

In generale ho passato un paio d’ore gradevolissime, esplorando quello che viene chiamato anche la Staglieno del Ticino, in riferimento al cimitero di Genova che spero di poter visitare un giorno.

Maggiori informazioni:
https://visitmorcote.ch/Cimitero-monumentale-ba0a7d00

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