Volevo intitolare questo articolo “Una cosa divertente che vorrei faceste tutti” come omaggio al famoso racconto di David Foster Wallace sulla sua esperienza a bordo di una nave da crociera “Una cosa divertente che non farò mai più”.
Ne ho accennato qui e là già diverse volte, ma da ottobre 2024 sto coordinando un gruppo di lettura in accordo con la biblioteca del mio Comune. Si tratta dell’esperienza più strana e divertente che mi è capitata negli ultimi anni.
Il gruppo di lettura è la meta naturale per ogni lettor* che arriva alla soglia dei quaranta (a volte anche dei trenta) anni. Dopo aver letto per tanto tempo in solitudine, emerge misteriosamente l’esigenza di allargare i propri orizzonti con altry lettory e di condividere le proprie opinioni.
I gruppi di lettura in Italia
In questo articolo de Il Libraio si parla della prima indagine sui gruppi di lettura in Italia, che è stata presentata al Salone di Torino a Maggio.
Dallo studio è emerso che i gruppi di lettura in Italia sono tanti, sono ben frequentati e sono soprattutto una cosa da donne. 1 italiano su 200 infatti partecipa a un gruppo di lettura e nella maggior parte delle volte si tratta di una donna.
Inoltre, lo studio fa capire che gruppi di lettura hanno un grande pregio: a differenza dello schizofrenico mercato delle novità editoriali, i GdL sono una realtà più lenta, e spesso propongono percorsi di lettura tematici che permettono di scoprire vecchi titoli, libri più di nicchia e realtà editoriali più piccole (anche se i gruppi legati alle biblioteche più piccole hanno risorse più limitate).
Molto interessante ho trovato anche la slide dedicata agli obiettivi e agli impatti dei GdL. Se come obiettivi si indicano banalità come “promozione della lettura”, “incoraggiare il dialogo”, “aumentare la bibliodiversità”, gli impatti segnalati sono soprattutto il dialogo intergenerazionale (una cosa che al giorno d’oggi è sempre più rara) e un aumento della socialità nello spazio utilizzato dal GdL.
Meglio online o in presenza?
Non è difficile trovare Gruppi di lettura online. Hanno il vantaggio di non avere limitazioni geografiche ed è più facile ritagliarsi il tempo per un incontro se questo è online. Ma non è tutto oro che luccica. Anche se è molto bello trovare e partecipare a un GdL che tratta esattamente quel genere letterario, o che fa un percorso di lettura che ci affascina, partecipare a questi gruppi online ha le sue pecche.
Ho raccolto un po’ di testimonianze tramite il mio profilo Instagram. È emersa in particolare una posizione: l’esperienza con i gruppi di lettura online non sempre è positiva. Trovarsi online può essere faticoso e viene spesso a mancare una certa coesione nel gruppo, creando dinamiche che non sempre risultano accoglienti.
Questo secondo me è dovuto al fatto che il ritrovarsi in uno spazio virtuale, con persone che non si conoscono di persona, lascia una distanza tra i partecipanti, rendendo la discussione più arida. Questa distanza può portare al voler far prevalere la propria opinione o comunque a non ascoltare con attenzione le posizioni degli altri partecipanti.
Per questo secondo me partecipare a un GdL in presenza è così diverso. Incontrarsi realmente con persone la cui unica cosa in comune è la vicinanza geografica è un balsamo per l’anima. È la cosa più vicina al “toccare l’erba” per un lettore social (anche se il drama può svilupparsi anche in gruppi in presenza, come evidenziato da questo articolo del Guardian).
La mia esperienza
Ma torniamo un po’ a parlare della mie esperienza. Ovviamente siamo (quasi) tutte donne. Età? Dai 26 ai 74 anni.
Al momento abbiamo letto i seguenti titoli:
- Il rosmarino non capisce l’inverno, Matteo Bussola
- Guida il tuo carro sulle ossa dei morti, Olga Tocarczuk (che è piaciuto un sacco)
- L’arte della gioia, Goliarda Sapienza (che ha scandalizzato le partecipanti più anziane)
- La sovrana lettrice, Alan Bennett
- Le ricette perdute del ristorante Kamogawa (che non abbiamo capito)
- Sarò breve, Francesco Muzzopappa (che ci ha fatto schiantare)
- Diario di scuola, Daniel Pennac
Nell’ultimo appuntamento prima della pausa estiva abbiamo affrontato un giallo (pallido) con “Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno” e John Niven con “Le solite sospette”. Siamo passate da un titolo mensile a due, in quanto abbiamo lettrici fortissime e lettrici più easy che amano avere un’alternativa. Non è una cosa usuale, ma il gruppo è nostro e decidiamo noi. Anche perché è bello raccontare un libro a chi non l’ha letto.
Ogni volta che chiedo se si vuole dare una direzione più precisa alle nostre letture, emerge forte la posizione che no, non serve. Piace navigare a vista e saltellare per generi e correnti letterarie secondo gli umori condivisi.
Chissà cosa leggeremo la prossima volta. Un fantasy? Un romanzo storico? Ancora non lo so, ma so che sarà bello parlarne insieme, di persona. Perché è uno dei pochi momenti in cui non esiste la bolla. Siamo tutte diverse, con convinzioni, opinioni, educazioni e posizioni diverse. E parlare insieme dello stesso testo è la cosa più arricchente che mi sta capitando in questo periodo.
E voi? Partecipate a un gruppo di lettura? Online o in presenza? Mi piacerebbe parlarne nei commenti qui sotto, anche perché resterebbe una testimonianza meno fugace di quella dei social media.
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