Benvenute creature nell’ultimo post del 2025. E per contribuire anch’io alla classica atmosfera da “Anno nuovo vita nuova” vi lascio questa lunghissima lista di consigli per vivere più serenamente il web.
È da parecchio che provo una forte insofferenza per l’evoluzione della user experience fornita dalle grandi aziende tecnologiche. Algoritmi e politiche interne che polarizzano contenuti sempre più superficiali, violenti o estremi; prodotti con meccanismi di lock-in (quei meccanismi che se ci entri poi non puoi uscire senza lasciare tutto quello che hai prodotto), aggeggi che diventano obsoleti perché non vengono più aggiornati dal produttore pur essendo ancora funzionanti; pratiche al limite del truffaldino per attirare la nostra attenzione e tenersela il più a lungo possibile per rubarci dati personali da rivendere a terzi; LA PUBBLICITÀ OVUNQUE.
Questo fastidio mi ha portato negli anni a cercare delle soluzioni che mi permettessero di vivere la tecnologia a modo mio. Aggirare le pubblicità imposte, avere spazi in cui non debba auto-censurarmi, evitare di esporre i cavoli miei ad autorità governative vieppiù autoritarie.
Perché giova ricordare che internet non è sempre stata una hellhole di pubblicità e politiche predatorie: molte tecnologie che hanno permesso lo sviluppo della rete come la conosciamo oggi sono nate come progetti open source, collaborativi, spinti dalla curiosità e dall’entusiasmo di gente appassionata di programmazione.
Questo articolo nasce da una bozza di elenco che voleva tenere traccia di tutte le cose che ho scoperto e che ho implementato per staccarmi dai grandi conglomerati tecnologici. Si tratta di un grande mix di alternative, work-around, e trucchetti per tornare a divertirsi con la tecnologia.
Compilando questo elenco, vi sono confluiti anche dei ragionamenti su quello che io chiamo “degrado della soglia dell’attenzione”, il famoso brain fog di cui tanto si parlava qualche mese fa.
Quando abbiamo il naso affondato nei vari feed social, spesso
non ci rendiamo conto quanto si sta abbassando la nostra soglia d’attenzione e di quanto facciamo fatica a concentrarci su quello che stiamo leggendo/guardando/vivendo. Veniamo bombardati da talmente tanti stimoli che il nostro cervello va in shut down e si rifiuta di assorbire contenuti più complessi di un reel coi gattini.
Già da diverso tempo si fa un gran parlare di come staccarsi dal telefono per riottenere tempo e attenzione da dedicare alle cose veramente importanti (TM).
Qui per esempio c’é una serie di approfondimenti del Guardian per ridurre l’uso dello smartphone. In terre nostrane invece ne stanno parlando, tra gli altri, Elena C. Caruso e Giorgia Fumo.
E quindi, visto che il tema mi sembra caldo, mi ci butto anch’io con una lista di cose che ho fatto in questi ultimi anni per 1. staccarmi da sto cacchio di telefono e 2. togliermi di dosso (nel limite del possibile) le zampacce delle aziende megatech (Meta, Google, etc.).
Quindi ecco una lista spicciola di cose che ho sperimentato, suddivise per macro-aree.
Staccarmi dal telefono:
- Sono tornata a indossare un orologio (groundbreaking, I know)
- Ho comprato una sveglia (il telefono non entra più in camera da letto).
- Ho impostato dei limiti di tempo per le app che consulto in modo più compulsivo.
- Alle 22:00 il telefono passa in bianco e nero.
Staccarmi da Instagram (anche come creator):
- Mi sono fatta un sito, ospitato su Infomaniak (ma esistono anche opzioni gratis)
- Uso Jetpack Social per WordPress per pubblicare sui social media (fino a 30 repost al mese è free).
- Alcune stories le pubblico direttamente da Canva (si può fare).
Combattere l’obsolescenza programmata e l’enshittification:
- Abbiamo installato Linux sui vecchi MacBook di mio marito. Ora sono delle schegge. (E no, non è stato poi così complicato. Soprattutto se lavori su hardware che pensi sia già fottuto.)
- Uso il browser Brave invece di Chrome.
- Uso DuckDuckGo invece di Google.
- Uso in maniera disinvolta un gran numero di plugin adblock.
- Uso lo strumento newsletter di Infomaniak (è una patata con le ruote, ma Substack non mi avrà).
- Utilizzo Inoreader per leggere in un posto solo tutti gli articoli dei blog e dei siti che seguo.
Smettere di utilizzare i servizi cloud con server negli USA e altre piattaforme sketchy:
- Abbiamo preso un vecchio Synology della mia azienda, gli abbiamo cambiato i dischi e lo utilizziamo come Drive familiare.
- Per usare meno Spotify, ho caricato su Synology tutti i miei vecchi CD e file audio. Con un’app apposita posso quindi ascoltare la mia musica come fosse in streaming (a volte è un po’ farraginoso, ma ehi ci stiamo provando)
- Per la sincronizzazione tra singoli computer uso Syncthing
Gestire gli ebook con DRM o in formati proprietari:
- Uso Calibre.
Tutte queste manovre, oltre ad avermi appassionato (ho dovuto fare un sacco di ricerche e sperimentare con tantissimi strumenti nuovi), mi ha fatto nuovamente innamorare dell’IT e del web. Andando a frugare in strane nicchie di Reddit trovato un sacco di risorse e progetti interessanti e in generale ho riscoperto un mondo al di fuori delle grandi bolle dei social network.
E attenzione: non sono assolutamente un’esperta informatica. Ho semplicemente il coraggio di smanettare e sono brava a seguire i tutorial su Youtube. Quindi non fatevi intimorire, si può fare.
Cosa ne pensate di questa carrellata? C’é un particolare tema che vorreste che approfondissi? Ho suscitato la vostra curiosità? E poi, voi state cercando alternative?

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